Lei sussurra sogni con luce fioca
è il veleno lento
che scorre inesorabile
sull’orizzonte di alati misteri,
è la spada grigia che ferisce a morte.
La sua bocca non produce parole
ma suoni lontani di cornamusa.
Le labbra sono il favo di api operose
deliziose visioni, come i fuochi fatui.
Appena sorride, dischiude questo favo
e il giallo miele
trasmuta in grigia lava.
Ti punta gli occhi neri,
enormi, come dardi
e nella voragine scura inghiotte navi.
Quando si cruccia diventa infingarda
estranea e remota, perduta per sempre
quanto una stella sbiadita dalla malinconia,occulta
nel singhiozzo della notte scura.
Carlo Parente